La conversazione

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In occasione della scomparsa del grande attore Gene Hackman, torna al cinema in versione restaurata 4K “La conversazione” di Francis Ford Coppola: approfittatene, se non l’avete mai visto.

Premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1974, La conversazione è uno dei capolavori del maestro del cinema e a distanza di 50 anni dimostra ancora una sorprendente attualità.

Nel corso della sua carriera, Francis Ford Coppola ha sempre dimostrato di possedere una vasta conoscenza dei generi classici del cinema americano, per poi rivisitarli attraverso la sua poetica autoriale. La conversazione adotta la struttura narrativa del thriller, per affrontare poi temi più profondi e complessi – non solo i rapporti tra professione ed etica, ma soprattutto una riflessione sulla natura del cinema.

Harry Caul, maniacale e paranoico esperto di sorveglianza elettronica, si trova alle prese con un caso apparentemente ordinario. Tuttavia l’avanzare delle indagini rivela inattesi risvolti drammatici che minano le sue certezze e lo trascinano in una profonda crisi esistenziale.

Harry riceve l’incarico di registrare la conversazione di una giovane coppia durante un incontro alla Union Square di San Francisco. Un lavoro complesso, soprattutto a causa dei fastidiosi rumori di sottofondo presenti in uno spazio pubblico molto frequentato. La registrazione richiede l’utilizzo di molti microfoni e di una successiva paziente opera d’integrazione delle fonti e pulizia delle tracce per isolare i frammenti del dialogo. Nonostante il suo tradizionale approccio distaccato e freddo, la frase «Ci ammazzerà se gliene diamo l’occasione» si installa nei pensieri di Harry. Quelle parole, prima confuse e poi sempre più chiare, turbano Harry fino a mettere in discussione l’opportunità di portare a termine l’incarico e consegnare il nastro al committente. Teme, infatti, che il contenuto della registrazione possa condurre a un omicidio. Tra mille dubbi e cercando ogni tipo di rassicurazione, decide di tener fede al contratto, ma le conseguenze saranno tanto drammatiche quanto sorprendenti.

Il film riprende un tema già trattato da Michelangelo Antonioni in Blow Up (1966). In quel caso era un fotografo il protagonista e una sequenza di foto scattate per caso in un parco a rivelare, forse, un misterioso omicidio. Una sintesi dei temi dei due film di Antonioni e Coppola, l’immagine e il suono, ovvero gli elementi fondanti del cinema stesso come mezzo espressivo, sarà portata sullo schermo dal manierista Brian De Palma con Blow Out (1981). Un tecnico del suono diventa testimone involontario di un omicidio mentre di notte registra dei suoni da utilizzare per la colonna sonora di un film, che successivamente monta sulle immagini della scena.

Le tre opere hanno in comune una tormentata riflessione metalinguistica sul cinema. I tre protagonisti lavorano su frammenti di realtà: le parole di una conversazione, una sequenza di foto, i suoni registrati per caso, che devono poi essere rielaborati, come accade nella fase di montaggio, alla ricerca di un senso che trascenda i singoli elementi per dare forma a un discorso linguistico capace di esprimere una narrazione. Blow Up, La conversazione e Blow Out compongono una trilogia firmata da tre grandi autori che si sono confrontati con l’ambiguità e la molteplicità di senso e con il tentativo di una ricerca della verità, che può trasformarsi anche nella sua manipolazione distorta. I dati di partenza, le parole, le immagini, i suoni, sono materia grezza, spesso ambigua ed equivoca, posta nelle mani del regista. In questa prospettiva, i tre film affrontano il tema del lavoro di messa in forma, che pone al centro il problema etico della verità e che chiama in causa i concetti di ricreazione del mondo e dell’illusione di realtà, su cui già si era interrogato il critico e storico del cinema André Bazin.

Blow Up, La conversazione e Blow Out ci portano ben oltre la semplice visione di un film, per approdare nel territorio teorico del cinema, della sua natura ontologica, del suo interagire con i grandi temi della realtà, della verità, dell’etica e della coscienza.

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Alessio Turazza

Consulente nel settore cinema e home entertainment, collabora con diverse aziende del settore. Ha lavorato come marketing manager editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, Medusa Film e Warner Bros.

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