La rassegna milanese è stata preceduta da un’anteprima, domenica scorsa alla libreria Rizzoli Galleria, dedicata alla presentazione del romanzo d’esordio dell’ex giornalista RAI Maurizio Mannoni, Quella notte a Saxa Rubra, che racconta una storia di mistero ambientata nel mondo della televisione.
Promosso dalla Direzione Generale Cinema e audiovisivo del MiC, con il patrocinio del Comune di Milano e la collaborazione dell’Università IULM, il Festival rappresenta un viaggio nell’universo del noir, attraverso il cinema, le serie TV, la letteratura, il fumetto e i new media. Diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, il Noir Film Festival 2024 propone 10 film nella Selezione Ufficiale, 5 eventi speciali, 5 film italiani in anteprima assoluta e i 6 titoli finalisti del Premio Claudio Caligari.
Tra i lungometraggi della Selezione Ufficiale spicca il candidato al Premio Oscar The girl with the needle del regista svedese Magnus von Horn. Ispirato a una storia vera, il film racconta la drammatica esperienza di una donna alle prese con le difficoltà della vita, all’interno di un contesto sociale duro e spietato, che sembra aver smarrito ogni principio morale. Nella Copenaghen del dopoguerra, Karoline, una giovane operaia, perde il lavoro mentre aspetta un bambino. In preda alla disperazione, Karoline si affida a Dagmar, una donna dedita a una losca attività di adozioni clandestine, che le trova un lavoro come balia. Dietro la sua nuova occupazione si celano però segreti, che pian piano sconvolgeranno la sua vita.
Altro film da non perdere è Presence di Steven Soderbergh. Il regista statunitense, già autore di Sesso, bugie e videotape (1989), Traffic (2000), The Informant (2009) e Panama papers (2019), porta sullo schermo un thriller che sconfina nel territorio dell’horror. La storia ripercorre uno dei temi classici del genere. Una famiglia si trasferisce in una casa alla periferia della città. Ben presto i nuovi inquilini cominciano a percepire inquietanti presenze ultraterrene che destabilizzano la loro esistenza e alimentano paure e sospetti, in un crescendo di tensione e mistero.
Mexico 86 di César Diaz, presentato in anteprima al Festival di Locarno, è un film che attinge alle esperienze personali del regista. Il racconto richiama alla memoria la drammatica storia del Guatemala. All’inizio degli anni Cinquanta, il Paese stava cominciando a realizzare una serie di riforme sociali, che prevedevano anche l’assegnazione delle terre incolte ai braccianti nullatenenti. Il percorso di giustizia ed equità sociale venne bruscamente interrotto nel 1954 da un colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti. Il governo democraticamente eletto venne sostituito con una spietata dittatura di stampo reazionario. Quando il suo compagno viene assassinato, Maria, una rivoluzionaria guatemalteca, decide di lasciare il Paese per continuare la lotta clandestina in Messico, affidando il figlio Marcos di tre anni alle cure della nonna. Dopo 10 anni, Maria potrà finalmente riabbracciare suo figlio, ma non sarà semplice ricostruire un rapporto lacerato da guerra, lontananza e sofferenze.
La Infiltrada, della regista spagnola Arantxa Echevarria, racconta la vera storia di una giovane poliziotta che, sotto la falsa identità di Aranzazu Berradre Marín, si infiltrò nel gruppo sovversivo Movimiento de Objeción de Conciencia de Logroño e poi nel gruppo terroristico dell’ETA, l’organizzazione che per molti anni ha lottato per l’indipendenza dei Paesi Baschi dal governo centrale di Madrid. Un viaggio nella clandestinità vissuto tra segreti, menzogne e con il continuo terrore d’essere scoperta.
Presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, Miséricorde, firmato dal regista francese Alain Guiraudie, racconta una storia di desideri inconfessati, ambientata in un piccolo borgo dell’Ardèche. Jérémie torna a Saint-Martial per il funerale di un vecchio amico e trascorre alcuni giorni a casa della vedova. Il suo breve soggiorno è segnato da una misteriosa scomparsa e da una serie fatti imprevedibili, che lo condurranno verso un destino inaspettato.
Chiudiamo con Brief History of a Family di Lin Jianjie, un thriller ambientato in Cina, che mette in scena una vicenda con protagonisti due ragazzi, una famiglia e un oscuro mistero. L’indagine si focalizza soprattutto sull’analisi psicologia dei personaggi e sulle loro relazioni personali, suggerendo di guardare oltre le vicende contingenti, per comprendere a fondo i segreti e l’ambiguità dei rapporti umani.