Si è svolto martedì 22 agosto 2023, a Bellinzona (Ticino, Svizzera) il corso di formazione continua per i docenti di scuola media, incentrato su uno degli argomenti più discussi nella didattica dell’italiano: la lettura. Il corso è stato organizzato dagli esperti di italiano della Svizzera italiana per riflettere sugli usi in società, sui cambiamenti critici e sulle scelte dei docenti, attraverso l’intervento di tre ospiti.
Il primo, il ricercatore didattico Giovanni Moretti, professore ordinario all’Università degli studi Roma Tre, ha parlato di educazione alla lettura e di approccio sistemico-multilivello; il secondo, il professore e ricercatore Simone Giusti dell’università di Siena, ha presentato l’idea di classe come comunità di pratiche letterarie; infine, la terza, la scrittrice e insegnante di scrittura Antonella Cilento, ha invece descritto l’importanza delle scelte letterarie.
Di seguito trovate alcuni aspetti importanti emersi durante la giornata di formazione e i pensieri scaturiti dalle riflessioni a riguardo.
Moretti: L’educazione alla lettura
L’intervento di Moretti ruota attorno a tre elementi fondamentali. Il primo concerne la realtà italiana sulla salute del lettore medio: le statistiche dimostrano che, una volta terminata la scuola e con il passare del tempo, lo studente ormai divenuto adulto legge pochissimo, anzi; quasi mai.
Questo dato fornisce un’importante informazione alle scuole medie, ultimo baluardo obbligatorio in Svizzera: l’educazione alla lettura e lo sviluppo delle competenze di lettura devono estendersi al mondo individuale di ogni allievo, oltre alle mura sicure e confortanti delle aule scolastiche. Non basta pensare che la lettura venga affrontata durante le lezioni e separarla così completamente dalla vita quotidiana: in questo modo, lo studente non sarà mai un lettore appassionato, regolare nelle sue pratiche, ma un visitatore casuale e distratto.
Il motivo principale per cui accade ciò corrisponde al secondo elemento fondamentale dell’intervento di Moretti: a scuola avviene regolarmente la scissione tra comprensione e piacere. Se si interroga i propri allievi, capita che condividano il loro sentimento di rifiuto nei confronti delle letture scolastiche: non provano divertimento, non si sentono coinvolti nella lettura, non riescono a trovare alcun elemento comunicativo. Spesso il motivo è riscontrabile nella difficoltà a comprendere il testo: vi sono ostacoli a livello linguistico, tematico o storico-sociale. L’estenuante focalizzazione dei docenti sulle domande di comprensione – a volte fini a loro stesse – allontana gli studenti dal piacere di leggere.
La critica principale a questo pensiero potrebbe essere il rischio di cadere in un’eccessiva semplificazione della didattica, ma l’argomentazione si sgretola quando riflettiamo sul percorso di crescita nostro e dei nostri allievi: non tutto quello che è semplice affascina e non tutto quello che è complicato viene rifiutato. L’estremizzazione è sempre il problema: Moretti consiglia di trovare un equilibrio tra comprensione e piacere, tra zona di sviluppo e divertimento, tra la crescita e la motivazione.
Solo in questo modo si potrà arrivare al terzo elemento fondamentale: la formazione di lettori forti e consapevoli. La lettura è indivisibile dalla dimensione affettiva ed emotiva. Non possiamo pensare, alle scuole medie, di tenere una lezione frontale di commento critico alla Commedia, senza alcun coinvolgimento degli allievi e nessuna condivisione emotiva. L’obiettivo delle scuole medie non è formare critici letterari, ma avvicinare gli adolescenti al fascino della letteratura, al piacere di scoprire sé stessi nella lettura.
Il percorso letterario scelto per le proprie classi deve perciò essere variegato sia nei contenuti sia nelle forme: tutto è lettura, anche gli ebook, gli audiolibri, le fanfiction, le consegne e i testi delle altre materie scolastiche. La letteratura classica – intesa, com’è emerso purtroppo durante la giornata, come classicità tradizionale e non come classico calviniano – non può essere l’unica scelta e l’unica risposta al bisogno culturale dell’adolescente.
Giusti[1]: Le pratiche letterarie
È questo ciò che afferma Giusti: è necessario costruire una cultura letteraria insieme, dal principio, senza annullare completamente le (non) esperienze degli allievi, le loro storie, il loro mondo interiore e quello esterno alla scuola. I personaggi letterari sono trasmettitori di esperienze, le quali vengono interpretate individualmente e soggettivamente dai lettori.
Si affronta quindi l’idea di lettura estetica: si legge per sé stessi, durante la lettura, non per completare una scheda, quanto per riflettere su di noi: il piano affettivo ed emotivo è centrale per l’esperienza di lettura.
Per questo è inoltre essenziale la condivisione. La collettività della classe non va interpretata come la presenza di un pubblico di ascoltatori passivo, ma come una moltitudine di storie, di pensieri, di esperienze individuali che bramano la condivisione.
Il lettore consapevole è in grado di esprimere i suoi sentimenti riguardo ciò che ha letto. La libertà deve essere assoluta: lo studente deve poter esprimere i suoi giudizi positivi come quelli negativi, senza che il docente appassionato si offenda o la prenda sul personale. Possiamo amare una lettura e rifiutarne un’altra che a una persona cara ha cambiato la vita; capita tutti i giorni anche agli adulti. È giusto rispettare anche i nostri allievi, insegnare loro che avere opinioni divergenti non è sbagliato e che è indispensabile ascoltare gli altri per arricchire la propria esperienza, cambiare idea o semplicemente condividere il nostro entusiasmo.
La lettura è inclusione, afferma Giusti: non è un privilegio che non tiene conto della diversità degli studenti, dei loro gusti, delle loro emozioni. Le scelte di testi letterari da parte del docente non deve essere una scelta liceale o universitaria: alle scuole medie, le preferenze e la passione del docente sono ben accette, ma non devono essere esclusive. L’ego del docente, dice Giusti, non è didattica. L’allievo deve essere sempre al centro: esattamente come noi abbiamo sperimentato il piacere della lettura nel corso della nostra vita, dobbiamo aiutare i ragazzi a trovare la loro strada letteraria, che è individuale e non sempre coinciderà con la nostra. Anche questo è un segno di rispetto, un rispetto da tramandare, un rispetto educativo.
Cilento[2]: La cura delle scelte
Lettrice e scrittrice, Cilento conosce bene tale aspetto. La lettura non è la ricerca asettica di un messaggio ufficiale dell’autore: è piuttosto la ricerca individuale di sé stessi all’interno del testo. La chiave del legame con l’opera letteraria può essere qualsiasi cosa: i personaggi, la trama, l’ambientazione, il soprannaturale, la realtà. La chiave è soggettiva, diversa per ognuno di noi. A volte è certamente simile: incontreremo l’allievo che adora i nostri stessi testi; altre volte è completamente diversa e a un allievo non piacerà la lettura affrontata.
Si legge per capire meglio sé stessi, afferma Cilento, e a volte la lettura fa paura proprio per questo: c’è sempre lo studente che rifiuta l’esperienza di lettura come principio, senza nemmeno sapere il titolo o il contenuto dell’opera. È nostro il compito di affascinarlo, di divertirlo, di educarlo alla lettura, di condurlo alla ricerca di una lettura propria.
Per fare ciò, il docente deve conoscere i suoi allievi, proporre letture variegate, che sappiano ammaliarli, che li smuovano emotivamente. La letteratura classica può funzionare alcune volte, ma non è infallibile: non si deve demonizzare la letteratura per ragazzi, il fantastico, il gotico, gli autori sconosciuti, quelli stranieri, che di classico hanno tutte le caratteristiche, ma che vengono esclusi dai docenti bramosi di classicità tradizionale.
Lo studente deve essere posto al centro: bisogna rispettare il suo percorso di lettore; il nostro è già stato formato.
Non sarebbe giusto nascondere che, durante la discussione con gli ospiti, siano state sollevate delle perplessità. Eppure il messaggio su cui riflettere è semplice: la didattica della lettura e della letteratura va costruita in base all’allievo. Ci si avvia, finalmente, verso un’individualizzazione dell’esperienza di lettura nelle scuole medie: è giusto insegnare ai nostri allievi la varietà letteraria, la ricerca, la scoperta, la delusione, la voglia di continuare, la nostalgia. La lettura non è la compilazione di una scheda: è la riflessione su sé stessi.
Note
[1] Si consiglia la lettura di S. Giusti, Didattica della letteratura italiana. La storia, la ricerca, le pratiche, Roma, Carocci, 2023.
[2] Si consiglia la lettura di A. Cilento, Asino chi legge. I giovani, i libri, la scrittura, Guanda, Milano 2010, e Ead., La caffettiera di carta. Inventare, trasfigurare, narrare: un manuale di lettura e scrittura creativa, Bompiani, Milano 2021.