So-stare nei social media

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Potenzialità e criticità dei social media in aula: un seminario dell’organizzazione non governativa CMV per riflettere sulle vie innovative da percorrere per la formazione degli studenti del terzo millennio

Come educare ai social media in modo che ne venga fatto un utilizzo responsabile e consapevole, in linea con i principi della legge sull’Educazione civica inerente la cittadinanza digitale? Qual è il ruolo dei social media nella formazione delle persone e dei loro valori? In che modo i nuovi linguaggi digitali e, in particolare, le forme di comunicazione attivate dai social media, possono entrare in aula senza far perdere la legittimità scientifica dei saperi che educano e formano?

Questi gli interrogativi-guida del seminario annuale che Comunità Volontari per il Mondo (CVM) terrà giovedì 8 e venerdì 9 settembre presso il liceo “E. Medi” di Senigallia (AN). L’evento è realizzato in collaborazione con Loescher Editore e “Marche Solidali” e con il patrocinio del Comune di Senigallia e della Regione Marche.

Il titolo, “So-stare nei social media”, sintetizza il programma, incentrato sul rapporto scuola-social media. L’iniziativa mostra una grande coerenza con le più recenti istanze ministeriali espresse a Venezia il 25 giugno 2022 dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il quale, nel suo discorso, ha sottolineato che in Italia, in 4-5 anni, sarà necessario formare e aggiornare «650mila insegnanti per andare incontro a un insegnamento adeguato al futuro digitale e all’interconnessione globale che si è ormai prospettato».

CVM rileva questa esigenza, la adotta e l’assume in sé nella prospettiva valoriale che da sempre contraddistingue il nostro lavoro di ricerca. Il tentativo del seminario è, quindi, ragionare su come collegare e far dialogare la digitalizzazione e la questione etica e, in particolare, la finalità di educare alla cittadinanza mondiale attraverso un processo di umanizzazione che necessita di una profonda trasformazione culturale.

In un’ottica globale – come esige l’Onu attraverso l’Agenda 2030 e l’Unesco con il Documento di Educazione alla Cittadinanza mondiale – occorre educare le nuove generazioni a pensare attraverso le categorie dell’interdipendenza, dell’interconnessione, della transcalarità e dell’empatia, senza mai perdere la dimensione critica che permette l’azione responsabile in favore del bene comune.

Il canone della cittadinanza mondiale potrebbe giovarsi di elementi connettivi digitali che rispecchiano la struttura relazionale dell’essere cittadine/i che fanno quotidianamente esperienza di una molteplicità di forme di cittadinanza su molteplici e differenti scale (locale, regionale, continentale, mondiale).

In questa ottica le nuove tecnologie devono essere considerate strumenti didattici in grado di veicolare saperi declinati sulla base delle categorie di cittadinanza mondiale, nella convinzione che il fine rimane quello di raggiungere il risultato di questa diversa crescita formativa, interpretando in modo corretto i nuovi linguaggi che vanno applicati a vari livelli all’insegnamento di discipline come matematica, fisica, scienze, geografia, materie umanistiche, lingue, eccetera.

La questione di fondo, attorno alla quale ruotano le relazioni e i laboratori dell’intero seminario, è capire se e come i nuovi linguaggi possono traghettare la formazione e l’educazione verso nuovi orizzonti. L’organizzazione del seminario, che si alimenta di questa prospettiva etico-educativa, si articola in due giornate simmetriche. La mattinata è lo spazio della riflessione interattiva e partecipativa, della metacognizione, della costruzione di nuove conoscenze e della messa in discussione del personale punto di vista. Il pomeriggio è dedicato ai laboratori in cui i corsisti hanno la possibilità di sperimentare direttamente buone prassi che utilizzano i nuovi linguaggi digitali applicati alle discipline o alle metodologie didattiche.

Il mattino di giovedì 8 settembre si apre con la relazione della dottoressa Anna Oliverio Ferraris, che parlerà di “Luci e ombre del mondo digitale a scuola” e, a seguire, il professor Roberto Maragliano tratterà il tema “Soggetti, oggetti, contesti di formazione dentro un mondo cambiato”.

Dopo un momento di discussione collegiale, è prevista l’attivazione di lavori di gruppo utili a far propri i punti salienti delle due relazioni, nel dialogo e nel confronto aperto con altri.

Nel pomeriggio della stessa giornata CVM apre una vera sfida educativa, facendo intervenire esperti a condurre laboratori di storia, geografia, italiano, matematica e arte. Questi momenti laboratoriali offrono la possibilità di usare le nuove tecnologie senza livellare e uniformare i saperi, che devono restare diacronici e processuali, evitando la superficiale dimensione lineare e sincronica. CVM si impegna a far sì che i laboratori siano densi di umanità e offrano molteplici occasioni di crescita culturale in un panorama oggi tristemente offuscato dalla guerra e dall’ignoranza, ovvero da soggetti che pensano ancora in maniera etnocentrica e binaria in un mondo ormai globale e complesso.

Venerdì 9 settembre la professoressa Giovanna Sissa presenterà la relazione intitolata “Impronta ambientale del digitale: conoscerla per limitarla” e affronterà la questione poco conosciuta dell’impronta ecologia del digitale. A seguire, la dottoressa Lisa Iotti tratterà il nodo cruciale di “Come contrastare l’appiattimento cognitivo-relazionale della rete?”.

Anche in questa seconda giornata, dopo i contributi scientifici dei relatori, la voce sarà data ai partecipanti al seminario, i quali avranno la possibilità di ragionare insieme su come evitare il pericolo di “appiattire le menti”.

L’ultima sequenza, venerdì pomeriggio sarà dedicata ad approfondire la conoscenza di metodologie didattiche digitali che, attraverso la dimensione mediale, possono favorire l’apprendimento e l’insegnamento.

In questo modo, e con tale articolazione, il Seminario di CVM si propone quale viaggio di due giorni nel presente, in vista del futuro. L’iniziativa di studio è animata dalla volontà di trasformare la scuola e la società, orientandole verso gli orizzonti di una nuova cultura della responsabilità che si serve delle connessioni, delle reti interattive. Questo, senza mai dimenticare che solo una profonda formazione potrà sostenere i giovani di oggi, più che mai desiderosi di attivare idee, azioni, strumenti innovativi per la costruzione di un Mundus Novus che ci porti oltre, altrove, verso mete inedite in grado di far fiorire speranze e sogni che sono le risposte a cui ogni essere umano ha diritto.

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Giovanna Cipollari

è responsabile del gruppo di formatori ESCI, Comunità Volontari per il Mondo, Porto San Giorgio.

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