“In linea di principio non siamo tra coloro che diffidano dei pittori che scrivono o dei letterati che dipingono”. Così scriveva Eugenio Montale sul “Corriere della Sera” nel 1954 recensendo la ristampa di un volume di Poesie di Filippo De Pisis: ed egli pensava certo al grande pittore ferrarese – suo coetaneo, poiché entrambi erano del 1896 – e pure a se stesso, che da sempre si dilettava di pittura.